
C’è un momento, alla fine di ogni cammino, in cui ci si ferma, si guarda indietro, si sorride per ciò che si è vissuto e si ringrazia per ciò che si è ricevuto. Ma poi, subito dopo, si guarda avanti. È stato questo lo spirito che ha animato la Festa di fine anno catechistico della nostra Parrocchia, celebrata con gioia e fede viva martedì 20 maggio, nella Memoria Liturgica di San Bernardino da Siena, con il pellegrinaggio verso la Porta giubilare della Cattedrale.
È stato un momento carico di simboli e significati, pensato non solo come conclusione dell’anno catechistico, ma come passaggio reale e spirituale, un atto che rimane nella memoria di chi lo compie con cuore fecondo e spirito grato.
Un cammino di fede, canto e comunità
Accompagnati dai loro catechisti ed educatori, da don Raffaele, dai genitori e da tanti membri della comunità parrocchiale, i ragazzi dell’ACR hanno percorso, a piedi, il tragitto che li ha condotti alla Cattedrale di Molfetta, vivendo un vero pellegrinaggio giubilare, sul modello indicato dalla Santa Sede per il Giubileo di Roma.
Il cammino è stato scandito da preghiere semplici, canti gioiosi e da tanti sorrisi condivisi, che hanno unito grandi e piccoli in una sola voce, come famiglia in cammino. Ogni passo verso la Porta giubilare non è stato solo fisico, ma profondamente spirituale: un attraversare insieme un “segno” per imparare a riconoscere Cristo come via, verità e vita.
La Porta e il suo significato: entrare per rinnovarsi
Giunti in Cattedrale, don Raffaele ha guidato i ragazzi nella comprensione del significato profondo della Porta Giubilare, spiegando che essa non è una semplice soglia da varcare, ma un segno potente dell’incontro con Gesù, che nel Vangelo si presenta come “porta delle pecore”, unico passaggio sicuro per chi desidera incontrare il Padre.
Attraversare la Porta significa scegliere di entrare nel mistero di Cristo, lasciarsi guidare da Lui, camminare con Lui. E soprattutto, in questo anno giubilare, significa rinnovare la propria amicizia con Gesù Eucaristia, centro della vita cristiana e nutrimento di ogni vocazione. Le parole del Parroco sono state semplici ma incisive: «Gesù è la porta che non chiude mai. È l’unico che ci accoglie sempre. In questo Giubileo, entriamo con Lui e camminiamo verso il Padre, insieme, da comunità».
Quella vissuta non è stata solo una festa di fine anno, ma una festa della fede, una testimonianza di Chiesa viva, che si prende cura dei suoi piccoli, li guida verso il Signore e celebra ogni passo compiuto come un dono. E se è vero che ogni porta aperta porta con sé nuove possibilità, allora possiamo dire che quella attraversata in Cattedrale è già una promessa di futuro. Un nuovo inizio. Con lo sguardo verso Gesù e il cuore nella comunità.
Commenti ( 3 )
Gianfranco says:
24 Maggio 2025 at 11:45Questa festa ci ricorda che la catechesi non è un dovere da compiere, ma un dono da accogliere. Una porta che si apre, una meta da intravedere, una comunità che cammina: questo è il volto più bello della nostra Chiesa.
Simona Longone says:
25 Maggio 2025 at 10:52Mi ha colpito l’idea della comunità come “meta”. Troppo spesso pensiamo alla fede come un fatto privato, mentre è nella comunità che si scopre la bellezza della condivisione, dell’ascolto, del servizio. Questo evento lo ha reso visibile.
Giovanna says:
25 Maggio 2025 at 19:18Celebrare insieme la fine di un cammino catechistico è più che una semplice conclusione: è riconoscere che la fede cresce dentro relazioni, passi condivisi, momenti di luce e di fatica. Questo post ci ricorda che ogni traguardo è anche un nuovo inizio.