L’elegante altare in pietra tenera fa da sfondo alla navata di sinistra. Racchiuso nell’arco d’imposta della volta, emerge fra tutti gli altri per la severità delle linee e del partito compositivo. Eseguito nel 1596 per accogliere il dipinto del San Michele, realizzatto da Gaspar Hovic, sembra contrapporre alla movimentata scena del dipinto un più meditato equilibrio nella decorazione, che si ripete con ordinato incedere.
Rispettivamente a sinistra e a destra, in alto, nelle due formelle, figurano i rilievi con Isaia e S. Giovanni Evangelista, mentre in basso nelle nicchie a valva, compaiono – a tutto tondo – S. Stefano e S. Nicola.
IL DIPINTO: «SAN MICHELE ARCANGELO»
Il dipinto «S. Michele Arcangelo» è stato realizzato da Gaspar Hovic nel 1596 al rientro da Audenarde, sua città natale.
Nell’opera le ascendenze michelangiolesche e raffaellesche, facenti capo alla dilagante cultura romana, cui Gaspar non rimase insensibile, si saldano agli immancabili echi fiammingheggianti e veneti.
In questa pala l’Arcangelo, che sarebbe dovuto scendere dall’alto con una foga ed un’insolita accelerazione per effetto dello scorcio e del manto svolazzante, sembra essere stato, da chissà quale forza, bloccato a mezz’aria. Unica limitazione di questa opera è l’istinto nordico del Fiammingo, che lo costringe a chiudere le figure in un linearismo esasperato e quasi calligrafico.
La tela e stata restaurata prima nel 1958 da A. Amodio, presso il Laboratorio di restauro della Soprintendenza per i Beni di Bari, e poi tra il 2019 e il 2020 dallo Studio D’Arte E Restauro di Iaccarino L.V. e Zingaro G. snc di Andria.
Anche l’altare e stato ripulito dello spesso strato di vernice e calce che ne appesantiva le linee nel 1971, e successivamente nel 2020 sempre dallo Studio D’Arte E Restauro di Iaccarino L.V. e Zingaro G. snc di Andria.