
Mentre le lancette del tempo iniziano a scandire la conclusione di questo anno pastorale e associativo di Azione Cattolica, vogliamo riportarle indietro per un istante per ripercorrere insieme ciò che è stato il nostro percorso annuale di AC.
Sembra quasi superfluo constatare che la proposta formativa pensata quest’anno sia stata inequivocabilmente influenzata nella sua programmazione da uno degli eventi più importanti e significativi della Chiesa: il Giubileo. Ed è proprio grazie alla fusione feconda tra l’icona evangelica dell’anno associativo di AC, tratta dal vangelo di Luca (5,1-11), condensata nello slogan “Prendi il largo”, e il tema del Giubileo “Pellegrini di speranza”, che ha preso vita il percorso formativo dei vari settori.
L’intento dei nostri incontri e dei momenti di spiritualità, infatti, è stato quello di riflettere su come poter accogliere e mettere in pratica l’invito rivoltoci a “prendere il largo”, ovvero non avere paura di abbandonare il nostro “posto fisso” nella Parrocchia, ma avere il coraggio di vivere nella società di oggi la nostra fede, mettendoci in cammino fianco a fianco gli uni degli altri guardando al futuro sempre con speranza. È questo il fine ultimo che la nostra proposta formativa aveva l’obbiettivo di raggiungere: prendere consapevolezza che non dobbiamo fermarci difronte alle difficoltà ma è da queste che dobbiamo ripartire per andare oltre.
[introduzione a cura di Giacomo Vilardi, Presidente]
ACR
a cura di Marisa Pansini, Responsabile ACR
I temi affrontati dai vari gruppi durante l’anno catechistico appena vissuto sono stati numerosi: dal Giubileo all’amore, per giungere alla bellezza dello stare insieme, come un’unica grande comunità. Sicuramente, durante l’anno, ogni ragazzo ha conosciuto meglio la figura di Gesù e di Maria, attraverso attività ricreative e momenti di preghiera e di riflessione. I ragazzi hanno capito cosa significa amare, perdonare, condividere, essere amici sinceri, seguire gli esempi del Signore, mettendoli in pratica nella vita.
Uno dei temi fondamentali è stato quello dell’anno giubilare, affrontato in ogni classe di catechesi. I ragazzi hanno compreso che durante il Giubileo siamo invitati a riscoprire la bellezza della misericordia di Dio, a perdonare e a vivere la vita con gesti di carità. Uno dei simboli del Giubileo è la Porta Santa: per questo motivo, anche i ragazzi hanno vissuto questo momento, attraversando la porta giubilare della Cattedrale, simbolo dei “Pellegrini di Speranza”, a conclusione dell’anno catechistico.
I ragazzi di quarta elementare e di terza media hanno anche approfondito il significato e il valore dei Sacramenti, riscoprendo la bellezza della vita di Gesù, attraverso l’Eucarestia e il dono dello Spirito Santo. Insieme hanno pregato, ascoltato e imparato ad essere più vicini a Gesù, per scoprire che non siamo soli nel film della nostra vita, ma che Gesù cammina accanto a noi sempre. Infatti, è Lui che rende ogni film speciale, diventando un regista silenzioso ed attento ad ogni particolare per renderlo migliore. Lui non scrive la sceneggiatura al posto nostro, ma ci accompagna in ogni passo della nostra vita, così come ci insegna il tema scelto dall’AC per quest’anno associativo.
Giovani e Giovanissimi
a cura di Giuseppe Pansini, Responsabile Settore Giovani
Il gruppo dei Giovani e dei Giovanissimi di Azione Cattolica, quest’anno, ha deciso di mettersi in cammino insieme con sincerità, ascolto e voglia di confrontarsi. Questa scelta ha intrecciato i due percorsi, come due facce della stessa medaglia, in quanto l’esperienza dei giovani si è “scontrata” con la spensieratezza dei giovanissimi.
Siamo arrivati da esperienze diverse, con domande più o meno urgenti, ma tutti spinti dal desiderio di andare un po’ più a fondo in ciò che viviamo. Il nostro percorso ci ha portati a riflettere su alcuni temi che, in modi diversi, hanno toccato ciascuno di noi: fantasia, rischio, inquietudine e gioia.
Abbiamo scelto di affrontare questi quattro temi solo apparentemente disconnessi tra loro. La fantasia, spesso considerata un “lusso da bambini”, è stata riscoperta come spazio di libertà e creatività, come la capacità di vedere ciò che ancora non c’è, di immaginare alternative, di sognare un mondo diverso, anche quando la realtà ci sembra troppo pesante o ripetitiva. In un tempo che tende a standardizzare e ad accelerare tutto, ci siamo chiesti se siamo ancora capaci di lasciarci ispirare, di pensare in grande, anche nella fede. Abbiamo poi analizzato il rischio e con esso la consapevolezza che crescere davvero significa esporsi, fare scelte, lasciare andare alcune sicurezze. Abbiamo parlato del coraggio di essere autentici, anche quando si va controcorrente, del rischio di aprirsi agli altri, di mettersi in discussione, di fallire. Ma ci siamo anche accorti che non esiste amore, amicizia o fede senza una dose di rischio: chi non rischia resta fermo, chi ama si espone.
Insieme abbiamo riconosciuto che l’inquietudine non è qualcosa da soffocare, ma una voce interiore che ci spinge a cercare, a non accontentarci, a porci domande scomode. È una parte viva di noi, quella che ci tiene svegli quando tutto ci invita ad addormentarci. Abbiamo parlato delle nostre paure, delle domande senza risposte, dei momenti di confusione e di stanchezza. Ma l’inquietudine ci ha anche portati a riscoprire Dio come presenza che non cancella i dubbi, ma li abita insieme a noi. Infine, la gioia: non come euforia o felicità facile, ma come luce che nasce dentro, anche quando fuori è complicato. Una gioia piena, profonda, spesso silenziosa, che abbiamo riconosciuto nei piccoli gesti, nelle relazioni vere, nella preghiera condivisa, nel tempo donato. È la gioia di sentirsi parte di qualcosa, di scoprirsi accolti, ascoltati, accompagnati.
Guardandoci indietro, ci rendiamo conto che questo percorso ci ha cambiati: non in modo clamoroso, ma in modo reale. Ci ha resi più consapevoli, più aperti, forse anche un po’ più coraggiosi. E ci ha fatto capire che il cammino non finisce qui: siamo solo all’inizio di qualcosa che vale la pena continuare a vivere insieme.
Adulti
a cura di Margherita de Simone, Responsabile Settore Adulti
A partire dall’icona biblica del Vangelo di Luca «Prendi il largo» (Lc 5,1-11), in sintonia con i temi proposti dal Giubileo della Speranza, il cammino formativo annuale degli Adulti di Azione Cattolica ha offerto quest’anno un accompagnamento prezioso per rileggere la vita quotidiana alla luce della fede. Ogni tappa del percorso ha mostrato come anche le esperienze più ordinarie possano diventare nuove, aprendoci a uno sguardo diverso e invitandoci a trasformare il nostro modo di vivere con meraviglia e stupore.
Navigare nella vita significa, spesso, ripartire, ricominciare e riprovare. Cambiare direzione richiede audacia e disponibilità a lasciare spazio alla novità e ai sogni. Accompagnati dal Vangelo, abbiamo imparato a portare una rinnovata capacità generativa nella nostra frenetica quotidianità. La dimensione comunitaria è la nostra forza, poiché sappiamo che nel cuore di ogni persona abita il desiderio di Dio, un desiderio da custodire e alimentare. Questo percorso ci ha chiesto di rimetterci in gioco, lasciando da parte la routine e la paura per abbracciare la novità e i sogni.
Come adulti, impariamo a essere creativi, ad accettare i nostri limiti e a ripartire dai nostri fallimenti. La quotidianità è il luogo proprio dell’evangelizzazione, dove chi annuncia il Vangelo cammina tra la gente e parla al cuore.
Siamo adulti in cammino, chiamati a passare dalla paura alla fiducia, dalla routine allo stupore, dalla solitudine alla comunità. In ogni passaggio, facciamo esperienza della Pasqua attraverso l’ascolto della Parola, che vogliamo riportare nella nostra vita quotidiana.
Commenti ( 3 )
Giovanni Sgobba says:
13 Giugno 2025 at 9:07Questa riflessione mi ha fatto pensare a quante volte restiamo ancorati alla riva per paura o per abitudine. L’Azione Cattolica che ‘prende il largo’ ci ricorda che la missione della Chiesa non è custodire un’eredità, ma generare vita nuova. Mi piacerebbe che questo cammino fosse condiviso con tutta la comunità, magari con momenti di racconto e di coinvolgimento dei più giovani. Perché è proprio quando si esce, insieme, che si scopre il senso più profondo dell’essere Chiesa: non spettatori, ma protagonisti del Vangelo nella storia.
Maddalena says:
14 Giugno 2025 at 13:07L’espressione «Prendi il largo» è una vera provocazione evangelica. Non è uno slogan, ma un invito a uscire dalla zona sicura, a fidarsi del Signore anche quando le reti sembrano vuote. L’Azione Cattolica, con la sua presenza nella vita della parrocchia, rappresenta un’opportunità concreta per allenarci a questa navigazione nella fede: fatta di ascolto, di formazione, di servizio. È bello vedere come la comunità si affidi a questo cammino con coraggio, sapendo che l’essenziale non è il successo immediato, ma la fedeltà alla chiamata.
Benedetto Accogli says:
14 Giugno 2025 at 18:33Quello che emerge da questo articolo è un’AC che non si limita a mantenere le attività, ma che desidera essere fermento dentro la parrocchia. Prendere il largo oggi significa mettersi in cammino con lo stile del Vangelo, anche quando non si conosce bene la direzione, fidandosi del soffio dello Spirito. È incoraggiante vedere che, nella concretezza del servizio quotidiano, si scelga di rilanciare la corresponsabilità, la formazione, la fraternità. Che bella immagine di Chiesa viva e in movimento!