
«Vi esorto a continuare a camminare insieme, senza mai stancarvi, sostenuti dalla speranza che mai delude». Con queste parole, il nostro Vescovo, Mons. Domenico Cornacchia, si rivolge ancora una volta alla comunità diocesana di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi nella Lettera Pastorale 2024-2025 «Ascolta ciò che lo Spirito dice», documento che segna l’orizzonte pastorale per l’anno in corso.
Quella riportata in questo articolo è solo una sintesi per informare i lettori dell’uscita di questo importante documento diocesano. Sul blog e sui canali social parrocchiali saranno pubblicati nei prossimi giorni alcuni contenuti per approfondire la Lettera del Vescovo, con i suoi rimandi pastorali e le sue proiezioni operative per la vita delle comunità.
Il cuore pulsante della lettera è l’esperienza del cammino sinodale, vissuto in questi anni da tutta la Chiesa italiana, e accolto nella nostra Diocesi come occasione preziosa di ascolto, discernimento, comunione e corresponsabilità. Il Vescovo ci ricorda quanto sia importante non perdere questo stile sinodale fatto di dialogo, condivisione, confronto e apertura all’altro: «Camminare insieme è la via per non cedere alla stanchezza, alla rassegnazione, alla solitudine pastorale».
Questa Lettera è un dono prezioso per ogni comunità parrocchiale, per ogni catechista, per ogni operatore pastorale, per ogni fedele che desidera continuare a camminare nella Chiesa con uno sguardo di fiducia e con un cuore aperto alla speranza.
Una Chiesa sempre più missionaria
La Lettera rilancia con forza la vocazione missionaria della Chiesa. Non si tratta di un’aggiunta opzionale alle attività parrocchiali, ma di una dimensione costitutiva di ogni comunità cristiana: «La missionarietà della Chiesa non è un optional, ma deve essere la caratteristica fondamentale del cammino delle nostre realtà ecclesiali». Come ci ricorda Papa Francesco, siamo chiamati ad essere una “Chiesa in uscita”, abitata da evangelizzatori capaci di testimoniare il Vangelo nei diversi ambienti di vita.
I verbi del Vescovo
Nella seconda parte della lettera, il Vescovo affida al popolo di Dio dieci verbi, dieci parole che sintetizzano lo stile con cui ha vissuto il suo ministero episcopale e che diventano per tutti un’eredità spirituale e pastorale.
Sono verbi semplici e profondi, che raccontano un modo concreto di essere pastori e discepoli del Signore: pregare come linfa vitale della fede, servire nella gioia come stile di dono, accogliere senza distinzioni, ascoltare con attenzione sincera, accompagnare con delicatezza, attendere con pazienza, avere fiducia negli altri, sperare anche nei momenti difficili, meravigliarsi delle opere di Dio, essere grati per tutto ciò che si è ricevuto e vissuto.
È un piccolo “decalogo del Vescovo”, che diventa invito per ogni credente a vivere la propria vocazione nella quotidianità della fede.
Sotto la guida della Vergine Santa e dei Santi
Il Vescovo affida il futuro della Diocesi all’intercessione dei Santi Patroni e in particolare alla protezione materna di Maria, perché continui a indicare il cammino e a ravvivare la speranza. Un pensiero speciale è rivolto anche ai beati Carlo Acutis e Piergiorgio Frassati, esempi luminosi per i giovani chiamati a essere artigiani di pace e fraternità.
Commenti ( 3 )
Domenico De Palo says:
29 Aprile 2025 at 14:28La parola “camminare” ci pone già in una prospettiva dinamica, in un percorso che richiede costanza, fiducia e comunione. Non si cammina da soli e non si cammina fermi: questa Lettera ci invita a metterci in moto con lo sguardo rivolto alla speranza, che non è evasione ma visione di futuro fondata in Cristo.
Giuseppe says:
30 Aprile 2025 at 21:24Camminare insieme nella speranza non significa ignorare le difficoltà, ma attraversarle insieme, con la consapevolezza che il Risorto cammina con noi. È un cammino pasquale, fatto di luci e ombre, ma sempre illuminato da una promessa di vita.
Giovanni says:
1 Maggio 2025 at 9:26Il Vescovo ci propone uno stile che è anche metodo: camminare. In un’epoca in cui tutto è rapido, istantaneo, superficiale, riscoprire il passo lento della comunità che si ascolta e si sostiene è già una scelta controcorrente e profondamente cristiana.