
Il Giubileo chiede di mettersi in cammino e di superare alcuni confini. Per questo, è importante prepararsi, pianificare il tragitto e conoscere la meta. In questo senso il pellegrinaggio che caratterizza questo anno inizia prima del viaggio stesso: il suo punto di partenza è la decisione di farlo. L’etimologia della parola «pellegrinaggio» è decisamente eloquente e ha subìto pochi slittamenti di significato. La parola, infatti, deriva dal latino per ager che significa «attraverso i campi» oppure per eger, che significa «passaggio di frontiera».
Abramo nella Bibbia è descritto così, come una persona in cammino. Anche il ministero di Gesù si identifica con un viaggio a partire dalla Galilea verso la Città Santa. Lui stesso chiama i discepoli a percorrere questa strada e ancora oggi i cristiani sono coloro che lo seguono e si mettono alla sua sequela.
Anche la contemplazione del creato fa parte di tutto questo ed è un aiuto a imparare che averne cura «è espressione essenziale della fede in Dio e dell’obbedienza alla sua volontà» (Francesco, Lettera per il Giubileo 2025).
Il pellegrinaggio è un’esperienza di conversione, di cambiamento della propria esistenza per orientarla verso la santità di Dio. Partire dalla propria condizione di peccato per arrivare alla conoscenza della salvezza e al perdono.
Le basiliche papali e le indulgenze
Il percorso del pellegrinaggio prevede la visita delle quattro più importanti chiese di Roma, le basiliche papali di San Pietro in Vaticano, San Giovanni in Laterano, Santa Maria Maggiore e San Paolo fuori le Mura ognuna con la propria Porta Santa da attraversare.
Compiendo questo gesto, i pellegrini ricevono l’indulgenza plenaria, il dono di grazia e di misericordia che simboleggia la remissione della pena per i propri peccati e l’inizio di una nuova vita.
Le indulgenze attuali possono essere solo parziali o plenarie e sono limitate rispetto al passato. La dottrina spirituale sottostante si concentra sui residui del peccato. Dopo la confessione, il peccato è eliminato, ma rimane la nostalgia per esso. La Chiesa offre opere buone per accelerare la guarigione: rafforzare la comunione con Cristo nei sacramenti, la fede della Chiesa e le opere di carità. Quando queste opere sono associate a un’indulgenza, crediamo che l’attrazione per il peccato diminuisca e la carità e la santità aumentino. Le scorie del peccato vengono eliminate e la guarigione avviene più rapidamente.
A cura di Mirko Sabato
Componente Equipe parrocchiale Comunicazioni Sociali
Commenti ( 4 )
Nicola Colonna says:
20 Giugno 2025 at 9:30Il pellegrinaggio non è soltanto un movimento fisico, ma una disposizione del cuore. Questo articolo lo descrive con profondità: il mettersi in cammino è un atto di fiducia, un’apertura alla novità di Dio, un lasciare le proprie sicurezze per ritrovare l’essenziale. Nel contesto del Giubileo, il pellegrinaggio diventa occasione concreta per riordinare la vita, per fare verità, per lasciarsi sorprendere dalla misericordia che ci attende proprio lungo il cammino.
Camicia Nicola says:
21 Giugno 2025 at 13:51Ciò che colpisce di più in questo post è l’idea che il pellegrinaggio non si esaurisce nell’arrivare a una meta, ma si compie nell’incontro con sé stessi, con Dio e con gli altri. È un percorso che trasforma. In un mondo dove tutto è a portata di clic, l’esperienza del camminare lentamente, con fatica, con altri fratelli e sorelle, diventa un segno fortemente controculturale e profondamente evangelico.
Antonio says:
22 Giugno 2025 at 12:41La proposta di vivere il pellegrinaggio giubilare come esperienza comunitaria è molto bella. Non solo pellegrinaggi “personali”, ma cammini condivisi, da preparare insieme, da vivere come occasione per riscoprire l’identità della propria comunità. Sarebbe bello pensare a percorsi spirituali locali, anche brevi, ma densi di senso, che coinvolgano famiglie, gruppi, singoli, in un movimento di fede che si fa narrazione comune.
Giuseppe Carusone says:
21 Luglio 2025 at 4:37Leggere questo post mi ha fatto pensare che anche la vita, in fondo, è un pellegrinaggio. Non sempre lineare, non sempre facile, ma comunque prezioso. Il Giubileo ci offre la possibilità di viverlo con maggiore consapevolezza, riscoprendo che ogni passo, anche quello più incerto, può diventare preghiera. E che camminare insieme, sostenendoci a vicenda, è già segno del Regno che viene.